La preoccupazione tra gli infermieri cresce, in particolare per il ruolo ambiguo della Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (Fnopi) riguardo alla figura dell’assistente infermiere. Secondo il Coina, questa proposta è dannosa per l’intero sistema sanitario, già gravemente provato da una crisi economico-contrattuale mai risolta.
Assistente infermiere: una figura surrogata e rischiosa?
Ceccarelli non ha dubbi: “La Fnopi ha adottato un atteggiamento di silenzio-assenso riguardo alla creazione dell’assistente infermiere, ora avallata dall’Aran in nome dell’accordo Stato-Regioni. Questa figura minaccia di compromettere ulteriormente la qualità delle professioni sanitarie e di invadere le competenze infermieristiche”.
Secondo il sindacato, l’introduzione dell’assistente infermiere — una figura che non è e non sarà mai un professionista sanitario — non è solo superflua, ma anche pericolosa, considerando che esistono già gli operatori socio-sanitari (OSS). “Perché creare una nuova figura quando problemi reali come il demansionamento degli infermieri e la carenza di personale rimangono irrisolti? Non sarebbe meglio potenziare l’inserimento degli OSS e garantire supporto agli infermieri, già in difficoltà? La Fnopi ha osteggiato in passato l’ampliamento dell’inserimento degli OSS, ma ora sostiene l’assistente infermiere, una scelta puramente politica per permettere al Governo e alle Regioni di tappare una ferita profonda con un misero cerotto”.
Contratto separato per le professioni sanitarie: un impegno dimenticato?
Ceccarelli mette in evidenza un altro aspetto cruciale: l’abbandono da parte della Fnopi della battaglia per un contratto separato per infermieri e altri professionisti sanitari, che permetterebbe loro di uscire dal calderone del comparto. “Nel 2020, la Federazione sosteneva l’idea di un’area contrattuale autonoma per gli infermieri, ma oggi sembra aver dimenticato questa richiesta, accettando un contratto addirittura peggiorativo rispetto a quello dei ministeriali. Perché questo immobilismo?”.
Fnopi e sindacati: un’ingerenza inaccettabile
Coina denuncia anche l’ingerenza della Fnopi in questioni sindacali, nonostante la legge vieti tale coinvolgimento. Ceccarelli afferma: “La Fnopi ha ostacolato la partecipazione degli Ordini a manifestazioni importanti, come quella del 2020 al Circo Massimo. Oggi si schiera apertamente contro i sindacati non firmatari del contratto e sembra favorire alcuni sindacati alle elezioni RSU. La Fnopi non può e non deve fare attività sindacale!”.
Laurea magistrale e frattura tra professionisti
Ceccarelli avverte anche del rischio di una frattura professionale legata all’introduzione delle lauree magistrali a indirizzo clinico: “Questa novità potrebbe creare un’elite di ‘super-professionisti’, mentre gli infermieri di base rischiano di diventare sempre più invisibili. È fondamentale chiarire come questi nuovi professionisti saranno integrati nel sistema, con opportunità di carriera concrete e un contratto adeguato. Devono essere considerati come parte dell’area dirigente e non relegati all’area del comparto, altrimenti sarebbe una follia!”.
Gli 8 punti del 2020: dove sono finiti?
Ceccarelli si interroga anche su quanto accaduto agli otto punti fondamentali promossi dalla Fnopi nel 2020, che avevano suscitato grandi speranze tra i professionisti. “Dove sono finiti questi impegni? La Fnopi ha abbandonato la propria battaglia per una valorizzazione concreta della professione”.
I punti originali includevano:
Creazione di un’area contrattuale autonoma per i professionisti sanitari.
Indennità infermieristica stabile e dignitosa.
Adeguamento dei fondi contrattuali per chi lavora in reparti a rischio infettivo.
Riconoscimento della malattia professionale per infezioni da lavoro.
Adeguamento delle dotazioni organiche (mancano 53mila infermieri!).
Accesso degli infermieri alla direzione delle strutture territoriali.
Superamento del vincolo di esclusività con un’intramoenia infermieristica.
Applicazione delle novità contrattuali anche alle strutture private.
“Oggi di questi punti non resta nulla. Fnopi, dicci una volta per tutte: da che parte stai?”, chiede Ceccarelli.
Pronte disponibilità: una vergogna da correggere
Uno degli aspetti più critici sollevati dal Coina riguarda le pronte disponibilità. L’indennità attuale di soli 20 euro lordi per ogni turno è del tutto inadeguata rispetto al sacrificio richiesto ai professionisti sanitari. “La pronta disponibilità, che dovrebbe essere uno strumento eccezionale per le emergenze, è diventata una routine abusata per coprire carenze di organico. Chiediamo che l’indennità venga adeguata a 60-70 euro per turno, per riconoscere il valore del lavoro svolto”.
Congresso Fnopi: un’occasione persa
Infine, Ceccarelli esprime la sua delusione riguardo al recente Congresso Fnopi di Rimini: “Non è stata una vera occasione di dialogo, ma un evento che ha consolidato decisioni già prese, confermando un’autocelebrazione che non rispecchia la realtà della professione infermieristica”.
Coina denuncia anche la mancanza di pluralismo e il silenziamento delle voci critiche: “In un momento sindacale delicato come le prossime elezioni RSU, la Fnopi ha dato spazio solo a chi la sostiene, ignorando i sindacati e i professionisti che lavorano per la tutela della salute”.
Conclusioni: cosa vuole davvero la Fnopi?
In conclusione, Ceccarelli chiede chiarezza: “Fnopi, dove sono gli 8 punti del 2020? Da che parte stai? Noi continueremo a chiedere un contratto separato per tutti i professionisti sanitari, il giusto riconoscimento per gli infermieri e la difesa delle competenze sanitarie senza compromessi”.
Coina rimane fermo nella sua battaglia per tutelare la dignità e i diritti dei professionisti sanitari, continuando a lavorare per il cambiamento. Ceccarelli conclude in modo perentorio: “La presidente Mangiacavalli deve rivedere le sue posizioni e non escludere la possibilità di dimettersi o di cambiare radicalmente il suo approccio, poiché ha palesemente deviato l’interesse della Fnopi verso gli interessi del Governo”.