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Studio europeo mostra che pazienti reduci da comuni operazioni hanno un rischio più alto di morire a 30 giorni dal ricovero se nell’ospedale gli infermieri hanno un carico di lavoro troppo elevato approfondisci tio.ch
BERNA – Avere un buon organico di infermieri preparati negli ospedali salva le vite. Un grosso studio europeo mostra che pazienti reduci da comuni operazioni hanno un rischio più alto di morire a 30 giorni dal ricovero se nell’ospedale gli infermieri hanno un carico di lavoro troppo elevato (ovvero ci sono troppi pazienti per ciascun infermiere) e se vi sono pochi infermieri con diploma di laurea.
La ricerca, senza precedenti, è stata condotta su dati di ospedali di nove paesi europei (Belgio, Inghilterra, Finlandia, Irlanda, Paesi Bassi, Norvegia, Spagna, Svezia, Svizzera) da Linda Aiken della University of Pennsylvania School of Nursing a Philadelphia e pubblicata sulla rivista Lancet.
Serve un numero adeguato di infermieri, scrivono gli esperti, ma anche infermieri adeguatamente preparati.
Lo studio ha coinvolto 422’730 pazienti dai 50 anni in su sottoposti a interventi di routine (come chirurgia vascolare, impianto di protesi d’anca, rimozione di calcoli) in 300 ospedali, e 26’500 infermieri. È emerso che ogni paziente extra aggiunto al carico di lavoro normale di un infermiere (mediamente un infermiere per sei pazienti) aumenta il rischio di morte del paziente a 30 giorni dal ricovero del 7%, mentre un aumento del 10% nel rapporto di infermieri con un diploma di laurea sul totale degli infermieri in forze in un certo ospedale riduce questo rischio del 7%.
Per esempio in ospedali dove c’è un rapporto infermiere/paziente di 1/6 (un infermiere per sei pazienti), e la proporzione di infermieri con diploma di laurea è del 60% o maggiore, il rischio di morte a 30 giorni dal ricovero sarà quasi del 30% più basso che in ospedali con un rapporto infermiere/paziente di 1/8 e una proporzione di infermieri laureati del 30%.