7 luglio 2016
Lettera aperta ,lo scrive l” ‘intersindacale medica in Sanitas.it all’assessore regionale alla Salute: «Il rimando sine die delle procedure di immissione in servizio del personale dirigenziale e del comparto, del ruolo sanitario medico e non, rappresenta un atto incomprensibile. La carenza di organico causa gravissime ripercussioni sull’efficienza dei servizi sanitari offerti ai siciliani».
CATANIA. «Il rimando sine die del via alle procedure di immissione in servizio del personale dirigenziale e del comparto, del ruolo sanitario medico e non, rappresenta oggi un atto incomprensibile».
Lo scrive l’intersindacale medica dell’Arnas Garibaldi di Catania in una lettera aperta indirizzata all’assessore regionale alla Salute, Baldo Gucciardi, sottolineando che «le gravi carenze di organico nel medesimo ruolo (1.000 medici, 3.000 unità tra infermieri e OSS, 300 unità della dirigenza sanitaria e 500 unità delle altre figure sanitarie del comparto) rappresentano un ostacolo insormontabile per la corretta erogazione dei LEA con gravissime ripercussioni sull’efficienza quantitativa e qualitativa dei servizi sanitari ai cittadini siciliani”.
Nel documento Anaao Assomed, Cimo, Fassid, Cgil, Cisl ed Uil aggiungono: «L’assessore regionale delle Salute ha l’obbligo di assumersi le proprie responsabilità nei confronti dei cittadini siciliani, anche a fronte dei dettami ministerali. Se esiste, come esiste, un problema di rimodulazione della rete ospedaliera, lo stesso non va sottaciuto ma va risolto con rapidità e competenza, facendo valere ai tavoli ministeriali le proprie ragioni, giustificando e difendendo le proprie scelte finalizzate a garantire il diritto di ogni cittadino siciliano ad avere un servizio sanitario valido e efficiente».
Da qui, i sindacati dei medici dell’Arnas Garibaldi chiedono a Gucciardi «un atto dovuto di assunzione di responsabilità, per continuare a dare fiducia ai cittadini, facendo ripartire a tutti i costi il sistema sanitario regionale, da troppo tempo fermo al palo, autorizzando nel più breve tempo possibile le immissioni in servizio a copertura dei posti vacanti, quanto meno in riferimento a quelli già previsti nelle precedenti dotazioni organiche e, semmai, subordinando la copertura dei posti di nuova istituzione agli esiti del confronto con i tavoli ministeriali».
L’epilogo della lettera aperta: «Tutto questo darebbe nel breve periodo immediato respiro al sistema, limitando la annosa piaga del tempo determinato, oggi non più sostenibile dal punto di vista dei costi per le Aziende e delle motivazioni per gli operatori, soprattutto per quelli che, da anni vincitori di concorsi, aspettano ancora l’immissione in servizio di ruolo».