DA LEGGERE ATTENTAMENTE E NOTARE CHE ANCHE LO STATO DI PRECARIETA’ NEL LAVORO, IL DEMANSIONAMENTO , I TURNI STRESSANTI PER CARENZA DI ORGANICO, IL CRONICO RIPETERSI NEGLI AMBIENTI DI LAVORO DI SALTARE I RIPOSI , GLI AMBIENTI OSTILI, IL MOBBING POSSONO PORTARE A PROBLEMI DI SALUTE ANCHE MOLTO SERI.
QUESTI INCRESCIOSI ELEMENTI DEVONO ASSOLUTAMENTE ESSERE VALUTATI PER EVITARE LO STRESS DA LAVORO CORRELATO.
La mancata valutazione del rischio stress da parte del datore di lavoro espone a sanzioni sino a 6400 euro e all’arresto sino ai 6 mesi.
Lo stress nel lavoro deve essere valutato alla pari degli altri rischi e deve essere evitato utilizzando le opportune misure di prevenzione: chi non lo fa, è esposto a sanzioni, anche penali, che possono arrivare sino al pagamento di 6400 euro ed all’arresto sino a 6 mesi.
Il rischio stress, difatti, può causare delle conseguenze molto serie nel lavoratore, che possono degenerare e, da “semplici” cefalee, dolori alla pancia e tensioni muscolari, possono trasformarsi in gravi patologie croniche; peraltro, nei lavoratori più stressati possono verificarsi anche notevoli disturbi comportamentali e psicologici.
che cos’è lo stress?
Lo stress non è, di per sé, negativo: anche se nel linguaggio quotidiano, con tale termine si fa riferimento ad una pressione esterna che crea disagio e difficoltà, si tratta, in realtà, di una risposta fisiologica agli eventi esterni.
In particolare, lo stress può essere:
– “positivo”, o eustress: si manifesta sotto forma di stimolazioni ambientali costruttive ed interessanti, come una promozione lavorativa, che attribuisce maggiori responsabilità ma anche maggiori soddisfazioni; l’eustress ha effetti positivi sul livello di attenzione e sulle capacità cognitive in generale;
– negativo, o distress: questo si verifica quando l’individuo non riesce a reagire alle richieste dell’ambiente esterno, perché queste superano le sue capacità di risposta.
STRESS DA LAVORO
Se è vero che ogni individuo risponde allo stress in modo differente, è anche vero che ECCESSIVI CARICHI DI LAVORO, CARENZA DI PERSONALE , IL DEMANSIONAMENTO, UN AMBIENTE PARTICOLARMENTE OSTILE O INADEGUATO , LO STATO DI PRECARIETA’, EPISODI DI MOBBING o, in generale, eventi particolarmente negativi, possono far giungere all’esaurimento anche il lavoratore più reattivo.
La risposta allo stress, difatti, avviene in tre fasi:
– nella prima fase, definita fase di allarme, lo stress suscita nell’organismo un senso di allerta ed attiva dei processi psicofisiologici, come l’aumento del battito cardiaco, l’iperventilazione, etc;
– nella seconda fase, detta di resistenza, l’organismo tenta di adattarsi alla situazione e gli indici fisiologici tendono ad abbassarsi;
– nel caso in cui l’adattamento non sia sufficiente, si arriva alla terza fase, la fase dell’esaurimento, in cui l’organismo non riesce più a difendersi e la naturale capacità di adattamento viene a mancare.
Con il passare del tempo, uno stress non controllato o controllato male può portare a conseguenze gravi:
– di tipo fisico: frequenti e intense emicranie, tensioni muscolari, problemi digestivi e formazione di ulcere, diarrea, colite, malfunzionamento della tiroide, facilità ad ammalarsi, ipertensione e disturbi cardiaci;
– di tipo psicologico: cattivo umore, noia, depressione, affaticamento, attacchi di ansia, scarsa stima di sé, mancanza o difficoltà di concentrazione, distrazioni frequenti, continui pensieri negativi su sè stessi;
-di tipo comportamentale: ad esempio, possono verificarsi disturbi del sonno, tendenza a bere e fumare più del solito, alimentazione disordinata, difficoltà a rilassarsi e a stare fermi, iperattività.
Valutare il rischio stress e fare il possibile per prevenirlo, dunque, è indispensabile non solo perché si tratta di un obbligo previsto dal Testo unico della sicurezza sul lavoro [1], ma anche per il benessere dei lavoratori e la produttività dell’azienda stessa.
VALUTAZIONE STRESS DA LAVORO CORRELATO :
La valutazione del rischio stress lavoro correlato deve essere inserita, in un apposito fascicolo, all’interno del DVR, il documento di valutazione dei rischi: la valutazione dei rischi è un compito del datore del lavoro che non può essere delegato; questi, però, può avvalersi dell’aiuto di un professionista esperto in materia, come uno psicologo del lavoro.
La valutazione non può limitarsi a un’indicazione generica, ma devono essere riportati:
– i criteri di valutazione utilizzati nell’analisi del rischio stress lavoro correlato;
– le opportune misure di prevenzione necessarie o i programmi delle varie procedure da mettere in atto;
– le mansioni che possono esporre i lavoratori al rischio di stress;
– i riferimenti dei ruoli all’interno dell’organizzazione che hanno il dovere di provvedere alla redazione del DVR.
Valutazione stress lavoro correlato: le sanzioni
Se la valutazione dello stress nella compilazione del DVR non è effettuata, il datore di lavoro è soggetto al pagamento di una sanzione che va da un minimo di 2.500 euro fino ad un massimo di 6.400, con l’arresto da 3 a 6 mesi nei casi più gravi. La stessa sanzione è applicata anche se il fascicolo sul rischio stress è redatto senza l’effettiva presenza del RSPP (responsabile servizio prevenzione e protezione) e del medico competente.
Se nel fascicolo mancano le misure di prevenzione necessarie, o non sono riportati i riferimenti di chi ha il dovere di provvedere alla redazione del DVR, è prevista una sanzione tra i 2.000 ed i 4.000 euro.
Se nel fascicolo mancano i criteri di valutazione utilizzati nell’analisi della valutazione del rischio stress lavoro correlato, o le mansioni più a rischio, la pena prevista è un’ammenda tra i 1.000 ed i 2.000 euro.
In ultimo, è punita anche la mancata consultazione dell’RLS (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza) nella redazione del fascicolo stress, con una sanzione economica da euro 2.000 a 4.000 euro.
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