Un anniversario importante per la nostra cardiochirurgia. Il dg Maglietta: siamo tornati agli antichi splendori
Compie 40 anni il primo intervento con circolazione extracorporea della cardiochirurgia del San Carlo.
Nelle allora nuovissime sale operatorie del primo padiglione di Macchia Romana, munite delle più avanzate dotazioni tecnologiche dell’epoca, Ugo Tesler, affiancato dal chirurgo Mezzacapo e dal perfusionista Vito Cascia, operò una bambina di 13 anni per la chiusura di un difetto interatriale e per correggere una stenosi alla valvola polmonare (commissurotomia), la più diffusa cardiopatia infantile. L’impianto per la circolazione extracorporea è stato attivo per 53 o 57 minuti. La cartella di perfusione, compilata da Vito Cascia (e gelosamente custodita dal coordinatore dei perfusionisti, Carmine Palo) contiene infatti un evidente errore materiale: parla infatti di 57′ di Cec (circolazione extracorporea) ma i tempi di inizio e fine sono fissati alle 11,10 e alle 12,03.
“Celebreremo adeguatamente – commenta il direttore generale Rocco A. G. Maglietta – il quarantennale della cardiochirurgia a Potenza. Il 4 ottobre il professor Tesler sarà con noi in un grande meeting per ricordare una tappa decisiva per lanciare il San Carlo nella sua dimensione di ospedale di rilievo nazionale, di altissima specialità, di eccellenza. Le radici profonde non muoiono mai. La tempesta che ha travolto meno di tre anni fa il nostro reparto di eccellenza, portandomi come commissario al San Carlo, è stata finalmente superata. Posso con orgoglio affermare che il primo impegno preso allora, di riportare la cardiochirurgia al suo rango, è stato rispettato. Lo testimoniano i successi conseguiti dal nuovo primario da noi scelto, Giampaolo Luzi, con gli impianti di avanguardia di una nuovissima valvola biologica, i primi nella sanità pubblica italiana, interventi che hanno avuto grande eco anche fuori regione”.
“Nell’arco di due settimane sono già tre i pazienti sottoposti con successo al nuovo impianto – spiega il primario Giampaolo Luzi – che consente a pazienti affetti da stenosi aortica di tornare a una vita normale. Il primo è già andato a casa, il secondo è convalescente in reparto, il terzo è ancora in terapia intensiva postoperatoria ma i decorsi sono del tutto regolari”.
Alfio Stiro
Ospedale San Carlo.