L’infermiere nasce già demansionato, è l’università che lo prepara perché il datore lo possa sfruttare come sguattero per “mandare avanti il reparto”.
I corsi universitari sono ridicoli: rilasciano una laurea a chi pulisce le padelle.
Solo per questo tutti gli italiani capaci di pulire una padella, dovrebbero ricevere una laurea ad honorem in infermieristica.
Questo indottrinamento che rende appetibili gli infermieri a chi li voglia sfruttare, si rafforza sul posto di lavoro perché i coordinatori e i dirigenti infermieristici, spesso sostenuti dai collegi e dalla federazione, spingono in tal senso, proteggendo gli ausiliari specializzati, gli O.T.A. e gli O.S.S. dall’assistere i malati, anzi, dal toccarli proprio.
Questo sistema porta i datori di lavoro a richiedere, indifferentemente, infermieri e badanti e spiega la perdita di eterostima sociale a cui stiamo andando incontro con gravi ripercussioni anche retributive sulla nostra traviata categoria.
Questi rasentano il ridicolo se non fosse che hanno anche cagionato seri ed irreparabili danni al servizio sanitario nazionale, permettendo ai sindacati collusi, di proteggere la loro clientela, dirottando gli ausiliari negli uffici (e garantirgli la carriera) a detrimento della qualità assistenziale e della professionalità infermieristica.
Gli infermieri, anche quelli laureati, svolgono marginalmente e affrettatamente le proprie mansioni, ma l’attività principale che occupano riguarda essenzialmente quella ausiliaria tanto da svolgerla in maniera prevalente e pedissequa, sottraendo prezioso tempo alle attività cliniche-infermieristiche, e che riguardato precipuamente mansioni igienico-domestico-alberghiere
Prof. Mauro di Fresco
ADI
Redazione NurseNews. Eu