Dopo l’ennesima pubblicazione dei no-vax sui rischi delle immunizzazioni, 130 fra medici e ricercatori scendono in campo contro “le informazioni carenti e fallate” messe in circolazione su internet.
Basta con i falsi allarmi sui vaccini. Centotrenta scienziati italiani firmano una petizione per ribadire che: “La salute dei cittadini passa anche attraverso una corretta informazione”. L’appello è una forte condanna e arriva dopo che un’analisi dell’associazione anti-vaccini Corvelva (Coordinamento Regionale Veneto per la Libertà delle Vaccinazioni), risultata carente sotto molti aspetti dal punto di vista tecnico, aveva lanciato pesanti accuse sulla sicurezza di questi farmaci. Corvelva aveva affidato i test su alcuni vaccini per bambini a un laboratorio privato, il cui nome però non è stato reso pubblico. La denuncia: presenza di proteine contaminanti e assenza degli antigeni che dovrebbero proteggere dalle malattie. Il tutto pubblicato su internet con il titolo “Vaccingate” e ripreso dal quotidiano romano di destra Il Tempo con un titolo in prima pagina a caratteri cubitali: “State attenti a quei vaccini”.
Il caso, secondo la lettera dei 130 esperti di medicina (dal direttore dell’Agenzia Europea del Farmaco Guido Rasi a vari membri dell’Accademia dei Lincei, dalle università di tutta Italia all’Istituto Superiore di Sanità e a quindici istituzioni straniere) è stato sollevato “senza alcun rispetto per i lettori, dando credito ad analisi che, per quanto finora trapelato, non hanno nulla di scientifico, trasparente, riproducibile”. Il documento sul Vaccingate è stato pubblicato su Internet da Corvelva a metà dicembre. “Ma la procedura seguita per l’analisi è fallata e i risultati non sono stati sottoposti ad alcuna revisione”. Contro questo documento online si erano già schierate l’Aifa, Agenzia Italiana per il Farmaco e la Fisv (Federazione Italiana Scienze per la Vita). “Corvelva – aveva fatto notare il presidente della Fisv Gennaro Ciliberto, direttore scientifico dell’Istituto Regina Elena a Roma – non fornisce alcuna evidenza originale, né alcun dettaglio sufficiente a ricostruire il trattamento effettuato”.
Fonte la Repubblica. It