Si terrà conto dell’Isee del reddito familiare e della proprietà della casa e dei risparmi sul conto corrente. I coniugi dovranno aver superato entrambi 65 anni.
Roma. I pensionati sotto la soglia dei 780 euro sono 5 milioni. Un terzo dei pensionati italiani. Riceveranno tutti la pensione di cittadinanza? Alzeranno cioè il livello del loro assegno fino a toccare quel soffitto, sinonimo di uscita dalla povertà assoluta e cuore della proposta dei Cinque Stelle? Ovviamente no, i conti pubblici esploderebbero. Eppure a sentire le ripetute promesse del vicepremier Luigi Di Maio molti anziani ormai se l’aspettano.
«Dal primo gennaio 2019 non ci sarà nessun pensionato che avrà meno di 780 euro al mese», diceva il ministro del Lavoro a settembre in tv. La data – si sa – è via via slittata. Siamo passati a febbraio, poi marzo. Ora pare sia il primo aprile. Ne sapremo di più tra qualche giorno, quando il Consiglio dei ministri varerà il decreto legge che disciplina il reddito e dunque anche la pensione di cittadinanza.
Una cosa è certa. Chi ha una pensione integrata al minimo o gli invalidi – i destinatari delle promesse del leader pentastellato – possono mettersi l’anima in pace. Solo pochi tra loro – 4 milioni quelli sotto i 780 euro di queste due categorie – avranno l’aumento sperato. In totale, i fortunati pensionati di cittadinanza saranno al più 200-250 mila su 5 milioni: il 4-5%. Dei 6 miliardi e 100 milioni stanziati per il reddito nel 2019 appena 900 milioni dovrebbero finire nelle tasche di chi non lavora più.
La platea dunque subirà una riduzione drastica, grazie agli stessi paletti previsti per il reddito di cittadinanza. E qualcosa in più. A partire dal requisito anti-immigrati di residenza e soggiorno lungo, si vedrà se 5 o 10 anni. Quanti si trasferiscono dall’estero in un piccolo centro del Sud fino a 20 mila abitanti, invogliati dalla flat tax al 7% appena varata in legge di bilancio, possono scordarsi la pensione di cittadinanza, ad esempio.
Per ricevere l’integrazione della pensione si terrà conto poi dell’Isee (sotto i 9.360 euro), del reddito familiare (7.560 euro che sale a 9.360 se in affitto), ma anche dell’età. Entrambi i coniugi devono essere over 65. Per evitare i matrimoni truffa con la badante? E se la coppia è sotto il livello di povertà, ma lui ha 65 anni e lei 60? E ancora: patrimonio immobiliare, oltre la prima casa, non superiore a 30 mila euro, investimenti finanziari e soldi sul conto entro i 6 mila euro, auto o moto di bassa cilindrata e acquistate da più di sei mesi, niente barche.
Secondo le bozze di decreto in circolazione, la pensione al massimo salirà non ai 780 euro mensili promessi e sbandierati. Ma a 630 euro. I restanti 150 euro saranno erogati solo a quanti sono in affitto. Non molti, considerato che il 95% dei pensionati italiani vive in casa di proprietà. Una coppia di over 65, che rientra in tutti i requisiti, potrà aggiungere alla pensione che riceve quanto manca per arrivare a 882 euro al mese (1.032 solo se in affitto).
Se dunque il tetto di reddito familiare è posto a 7.560 euro, si desume che possono aspirare alla pensione di cittadinanza solo i pensionati che come singoli o come coppia non incassano più di 581 euro al mese. Al massimo, riceveranno una pensione di cittadinanza pari a 49 euro. Meglio di niente.
Fonte
La repubblica