Dossier sui membri del Consiglio superiore di sanità. La ministra Grillo: “Verifica chiesta da me”
L’allontanamento dei 30 membri del Consiglio superiore di Sanità, organismo di primo livello scientifico che annovera scienziati di chiara fama come il farmacologo Silvio Garattini, il genetista Bruno Dallapiccola, l’endocrinologo Andrea Lenzi, è stata preceduta da un’inchiesta ordinata dalla ministra Giulia Grillo sui precedenti politici dei suoi componenti. Un’istruttoria non sulle qualità professionali, difficilmente discutibili, ma sui trascorsi di partito dei nominati e dei loro parenti. L’attività di controllo è stata utile per definire le sorti professionali dei trenta: fuori tutti dal Consiglio superiore, scienziati con un passato politico e vergini. Entrano persone più affidabili. “Siamo il governo del cambiamento”, scrisse nella nota serale, lo scorso 3 dicembre, la ministra Giulia Grillo, “ho scelto di aprire le porte ad altre personalità meritevoli”.
Il documento è stato richiesto dalla ministra, spiegano a Repubblica due fonti dei Cinque Stelle, direttamente alla capogruppo della commissione Sanità alla Camera, Celeste D’Arrando, diploma di tecnico di laboratorio, tre anni da badante e poi formatrice di venditori di assicurazioni ai call center. Il testo è stato quindi diffuso, a scioglimento avvenuto, in una chat riservata dei membri pentastellati delle commissioni Affari sociali e Sanità (Camera e Senato). Il documento, una parziale e raffazzonata inchiesta sui membri del Css, è stato ispirato da fonti aperte (Positanonews, per dire) e ha messo nel mirino sei membri su trenta. Primo bersaglio è stato il vicepresidente del Consiglio superiore, Adelfio Elio Cardinale, professore di Radiologia all’Università di Palermo. Colpevole, sottolinea il testo, di essere sposato “con Magistrato Palma”. S’intende Anna Maria Palma, già procuratore a Palermo e Caltanissetta, “precedentemente direttrice dell’Ufficio di gabinetto dell’ex ministro Schifani”.
Del professor Francesco Bove, docente di Anatomia Umana alla Sapienza di Roma, la enquiry mette in evidenza come sia iscritto all’Ordine dei giornalisti, elenco pubblicisti: ne viene offerto il numero di tessera segnalando che scrive per Repubblica. Il professor Bove è stato, piuttosto, un collaboratore di Paese Sera, L’Unità e del Secolo XIX. Negli Anni Settanta. Ancora, il professor Placido Bramanti, ordinario di Scienze mediche applicate all’Università di Messina, “è stato candidato alle amministrative in Sicilia”. Si legge nel documento: “Inizialmente presentatosi come indipendente apartitico, ha poi rivelato l’appoggio pieno del centrodestra”. Rivelato, sì. C’è un capitoletto riservato al professor Antonio Colombo, luminare della Cardiologia che ha lavorato negli ospedali di Stamford e della Columbia University. “Nessun attivismo politico”, s’affretta a spiegare l’indagine, ma il professore di Medicina e Chirurgia ha il torto “di essere uno dei medici che ha operato Berlusconi”. All’ospedale San Raffaele, giugno 2016: sostituzione della valvola aortica. Va rimosso. Il dossierino ricorda che la professoressa Gabriella Fabbrocini, Dipartimento di Medicina clinica e chirurgica della Federico II di Napoli, è stata candidata per le ultime politiche, in Campania, con l’Udc. E il dottor Giuseppe Segreto, Medicina generale, addirittura deputato del Psi dal 2001 al 2006. “Deputato” per la Regione siciliana.
L’inchiesta è selettiva: non si sa se per scelta o inettitudine. L’epurazione, comunque, alla fine riguarderà tutti e trenta i nominati dal ministro della Salute. Giulia Grillo avrebbe preferito allontanare solo i sei membri con pedigree politico, ma il regolamento non lo ha consentito e allora: “Sono sicura che alcuni componenti possano essere nuovamente nominati, di certo non i vertici”, scrisse il 3 dicembre. Cinque candidature bis sono già arrivate: hanno possibilità di rientrare.
La ministra Grillo ora fa sapere: “Ho solo chiesto una verifica sulle precedenti nomine, mi sembra giusto. D’altronde ho azzerato tutti gli enti in cui è previsto lo spoil system. Serve nuova linfa, coinvolgere personalità rimaste ai margini. O emigrate per frustrazione, come l’attuale direttore generale dell’Agenzia del farmaco. Il passato politico personale dovrebbe entrare per legge nei curriculum vitae”. L’ex vice del Consiglio superiore, Cardinale: “Hanno aperto la guerra al passato, anche sui fratelli e i cugini”.
Fonte
La repubblica