Ha rischiato di morire soffocata a soli due mesi. È stata salvata dalla mamma e dal papà grazie a un operatore del 118 che al telefono ha consigliato ad entrambi le manovre da effettuare sul corpo della piccolina. È accaduto a Taranto nel giorno dell’Epifania.
Tutto è cominciato con una drammatica telefonata al 118.
«Correte, mia figlia non respira più, sta morendo!». La chiamata è un grido d’aiuto disperato: una bambina di due mesi mentre sta poppando il latte diventa cianotica, si irrigidisce, smette di respirare. Non piange e non risponde alle sollecitazioni della madre.
Al telefono risponde l’infermiere operatore di turno che subito assume il controllo della situazione: «Signora non perdiamo un istante, faccia subito a sua figlia le manovre che le detto». L’infermiere impartisce le manovre di rianimazione e la madre dal telefono le urla al padre della piccola che le esegue.
La bambina viene messa sulla coscia del papà a testa in giù e riceve in modo alternato pacche sulla schiena, tra le scapole, e dopo essere stata girata di 180 gradi compressioni sulla metà dello sterno, effettuate con due dita. «Non succede niente!», urla la madre. «Signora – replica l’infermiere – ripeta le manovre! Faccia esattamente quello che le dico».
Passano due minuti drammatici e interminabili. Mentre la piccola riceve una nuova serie di piccoli colpi sulla schiena, riprende a respirare: «Sta piangendo», grida la madre, «piange». Dopo 7 minuti dalla chiamata, arriva l’automedica, la neonata ha un’attività respiratoria normale ma viene comunque portata al Pronto soccorso per una serie di controlli medici. Poi di nuovo a casa, con mamma e papà spaventatissimi ma felici.