«Nel 2050 il fenomeno dell’antibiotico resistenza sarà la prima causa di morte». Lo dice lanciando un serio allarme Mauro Stronati, come riportato dal corriere della Sera,il direttore del dipartimento della Salute della donna e del bambino della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia. «Gli antibiotici sono un presidio fondamentale per la nostra salute, il problema nasce perché se ne prescrivono troppi e se ne utilizzano troppi a tutti i livelli. Purtroppo creano dei microorganismi multi resistenti quando sono usati male o in eccesso e questo sarà un problema con cui dovremmo confrontarci probabilmente nei prossimi 10 anni».
Perché i batteri diventano resistenti agli antibiotici
Come si verifica la resistenza
Come si difendono i batteri
La proiezione
Ogni anno negli Stati Uniti sono 2 milioni le persone affette da infezioni a microrganismi multi resistenti, e ci sono 23 mila decessi con un costo di 20 miliardi di dollari. Uno studio ha calcolato che dal 2050 in poi ci saranno 10 milioni di decessi ogni anno a causa di microrganismi multiresistenti. È stato calcolato che i decessi per tumore saranno 8 milioni. «È così, – conclude Stronati- che si pensa che proseguendo questo trend nel 2050 l’antibiotico resistenza sarà la prima causa di morte».
Dati Oms
Dalla e.coli allo stafilococco aureo, è boom di persone colpite da infezioni resistenti agli antibiotici: nel mondo se ne contano almeno mezzo milione. Il nuovo dato arriva dal primo rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) sulla sorveglianza dell’antibioticoresistenza ma la stima è molto inferiore ai dati reali. Ad oggi, infatti, sono disponibili solo i dati relativi a 22 Paesi. Inoltre nel computo non rientrano i casi di resistenza a infezione da tubercolosi (Tbc).
I cinque germi più resistenti agli antibiotici
Klebsiella
Acinetobacter
Il sistema di sorveglianza
Ad oggi, 52 paesi (25 ad alto reddito, 20 a medio reddito e 7 a basso reddito) sono iscritti al Sistema di sorveglianza antimicrobica globale dell’Oms Per il primo rapporto, 40 paesi hanno fornito informazioni sui loro sistemi di sorveglianza nazionali e 22 paesi hanno anche fornito dati sui livelli di resistenza agli antibiotici. «Il rapporto è un primo passo fondamentale per migliorare la nostra comprensione dell’entità della resistenza antimicrobica. La sorveglianza è agli inizi, ma è fondamentale svilupparla se vogliamo anticipare e affrontare una delle più grandi minacce alla salute pubblica globale», ha affermato Carmem Pessoa-Silva, che coordina il nuovo sistema di sorveglianza dell’Oms.
La situazione in Italia
In Italia è diffusa soprattutto la specie batterica Klebsiella pneumoniae che è resistente a quasi tutti gli antibiotici disponibili, inclusi i carbapenemi. La percentuale di resistenza a questa classe di antibiotici in K. pneumoniae è pari al 34%, una delle percentuali di resistenza più alte d’Europa insieme a quella di Grecia e Romania. L’Italia è il Paese europeo con la più alta percentuale di resistenza verso quasi tutti gli antibiotici. Usiamo troppi antibiotici e spesso li usiamo male. Il risultato è che le resistenze a questi farmaci è in aumento. Secondo dati dell’European Centre for Disease Prevention and Control, nel loro consumo l’Italia è al quinto posto in Europa e tra i Paesi a più elevato tasso di microrganismi resistenti. Tanto più che non ci sono all’orizzonte nuovi farmaci, l’ultima classe di antibiotici scoperta risale agli anni Ottanta.