I dipendenti hanno tentato di auto-organizzarsi, ma la direzione non lo ha concesso specificando che ‘sulla carta’ il Pronto Soccorso Pediatrico e Oncoematologia Pediatrica non esistono
COSENZA
– Tre infermieri per turno. Due nei giorni festivi e di notte. Da gestire hanno: il Pronto Soccorso Pediatrico, il reparto di Pediatria, il reparto di Oncoematologia Pediatrica e il Day Hospital. Quattro delicati servizi, con almeno 20 posti letto, che l’Azienda Ospedaliera di Cosenza espleta contemporaneamente, con il medesimo personale infermieristico. Oltre dieci dipendenti hanno segnalato alla direzione dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza l’impossibilità di offrire un’adeguata assistenza sanitaria a tutti i piccoli pazienti, a causa dell’esiguo numero di infermieri in servizio secondo la turnistica attuale. Minori lungodegenti e minori in stato d’emergenza. Tra i rischi maggiori ai quali si è chiesto di porre rimedio c’è quello del contagio tra i bambini Come riportato dal giornale online quicosenza. It. Gli infermieri in Pediatria pare infatti siano a volte costretti ad interrompere l’assistenza a bimbi ricoverati per soccorrere gli utenti in stato d’emergenza. Lo stesso personale però, venendo a contatto con i minori o con i loro parenti, può divenire facile veicolo di infezioni.
Un grave rischio di contagio, segnalato dagli stessi operatori, cui denunce e proposte sono state, ad oggi, prima ignorate e poi respinte con forza. L’infermiere che somministra le terapie ai piccoli degenti oncologici, spesso si ritrova così a dover sospendere il trattamento, intervenire sul bimbo appena arrivato in Pronto Soccorso e poi ritornare ad operare nella pediatria oncoematologica. Il tutto con evidenti pericoli soprattutto per i bambini reduci da chemioterapia e perciò più fragili. Organizzandosi in maniera autonoma gli infermieri hanno offerto soluzioni logistiche a costo zero volte a migliorare, per quanto possibile, le prestazioni sanitarie erogate. Un’iniziativa che lanciata alla fine del 2017 non è mai stata accolta di buon grado dalla dirigenza dell’Annunziata che a distanza di mesi non ha posto in essere alcuna azione per l’incolumità dei bambini.
IL PRONTO SOCCORSO E L’ONCOLOGIA PEDIATRICA NON ESISTONO
Anzi. Da settembre 2018 a febbraio 2019 nonostante il sollecito ufficiale protocollato presso gli uffici competenti con il quale si allertava la dirigenza invitandola ad intervenire, l’Azienda Ospedaliera deputata a garantire la salute dei minorenni presenti in un circondario di circa 700mila abitanti, è riuscita solo ieri a produrre una risposta ufficiale in cui precisa che ‘sulla carta’ i reparti di Oncoematologia Pediatrica e di Pronto Soccorso Pediatrico non esistono. Il direttore di Pediatria Domenico Sperlì, che alla richiesta di chiarimenti da parte della redazione ha urlato tra i corridoi terrorizzando i bambini della scuola che si trova all’interno del reparto di Pediatria, ha chiarito invece in una nota che «non è previsto da alcuna norma contrattuale che allo svolgimento di funzioni specifiche nell’ambito dell’assistenza fornita dall’Unità Operativa Complessa di Pediatria sia assegnato personale esclusivamente dedicato a tali funzioni (quelle appunto del Pronto Soccorso Pediatrico e di Oncoematologia Pediatrica ndr). L’organizzazione del lavoro deve ispirarsi al criterio della priorità d’intervento che contempla lo spostamento di personale da una funzione a un’altra per far fronte alle richieste imminenti e necessaria per l’assistenza da assicurare ai pazienti.
I compiti assistenziali – sottolinea Sperlì ricordando gli obblighi di legge – vengono svolti nel rispetto delle norme di tutela igienica e della sicurezza dei pazienti e degli operatori». Disagi a cui quindi, nonostante sia stata informata la dirigenza delle possibili nefaste conseguenze, non è stato posto rimedio. Il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza Achille Gentile ha oggi annunciato che «la pianta organica dei medici e infermieri di Pediatria è al completo, abbiamo anche qualche medico in più. Se sono previsti dodici medici e dodici medici ci sono, io sono a posto. Ho firmato stamattina altri 35 contratti di assunzione di nuovi infermieri, mi pare che forse due o tre lavoreranno tra Pediatria e l’area Materno Infantile con Neonatologia. Stiamo per definire il nuovo appalto di ristrutturazione in cui Pediatria e l’area Materno – Infantile (diretta da Gianfranco Scarpelli) saranno accorpate in un unico piano. Da qui a qualche mese iniziare i lavori».
LA VIOLENZA DEI GENITORI SUGLI OPERATORI
I dipendenti del reparto hanno inoltre segnalato la fatica con la quale quotidianamente tentano di sottrarsi alle pressioni, anche fisiche, esercitate dai genitori dei pazienti. Circostanze che hanno portato a diversi episodi di violenza ai danni di medici ed infermieri vittime dell’assenza di adeguate misure di sicurezza. Alla luce di ciò era stata proposta la separazione esterna del Pronto Soccorso Pediatrico dalle altre stanze di Pediatria oppure il presidio dei locali, come avviene in altri reparti, da parte delle guardie giurate. Un problema che anche il direttore Sperlì riconosce come fenomeno che «sta assumendo connotati preoccupanti», al quale però non viene posto rimedio in quanto si ritiene sia un problema «comune a molte realtà distribuite su tutto il territorio nazionale e non può essere relegato a fatto locale». L’Azienda Ospedaliera, ricorda il direttore del reparto di Pediatria, si è già impegnata nel migliorare la situazione con «due corsi di formazione per il personale incentrati sulla comunicazione in ambito sanitario, tenuti da esperti in materia provenienti da altre realtà assistenziali».
LA CARTELLA CLINICA ELETTRONICA
Infine nella nota ufficiale diramata ieri ai dipendenti dal direttore del reparto di Pediatria sono stati sondati anche tutti i dubbi in merito all’utilizzo della cartella clinica elettronica sollevati dagli operatori sanitari preoccupati dalle possibili conseguenze penali in eventuali casi di malasanità. Il primario Domenico Sperlì ha specificato loro che la compilazione compete sia medici sia infermieri e che la manipolazione dei dati da parte di soggetti «che agissero sotto dettatura o su suggerimento utilizzando credenziali di accesso al sistema fornite da personale abilitato costituirebbero una palese violazione delle norme in materia oggetto di provvedimenti disciplinari». Insomma le criticità presenti nel reparto di Pediatria sarebbero ‘a norma di legge’ e i tentativi di tutelare la salute dei bambini vani e impossibili da applicare.